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Signor Presidente

{Post in italiano}

Giorgia Meloni durante la cerimonia di insediamento del nuovo Governo ('cerimonia della campanella'). Foto Palazzo Chigi.

Uno dei miei più grandi desideri da bambina era quello di essere riconosciuta come una persona potente. Questa era una caratteristica che non pensavo potesse realmente appartenermi in quanto femmina. Ricordo un breve periodo della mia infanzia in cui parlavo di me al maschile nel tentativo di appropriarmi di questa qualità - nonostante in una certa misura fosse già mia - ma soprattutto per affermarla agli altri, che puntualmente mi correggevano riportandomi a terra.

Sono sempre stata femminista, ancor prima di conoscere il significato di questa parola spesso ingiustamente denigrata. Da bambina sognavo modelli di riferimento che scombussolassero lo schema patriarcale. Una donna presidente. L'idea mi commuoveva. Peccato che questi modelli, almeno in Italia, tocca continuare a sognarli. "Il fatto che una donna sia diventata presidente è una vittoria per tutte, a prescindere dalle sue posizioni politiche", ho sentito dire in queste settimane. Non ci ho mai creduto, ma forse in fondo ci ho sperato. Tutto inutile. Vedere Giorgia Meloni salire al potere per me non ha significato nulla, anzi, mi ha angosciata. Meloni incarna il patriarcato più radicale e radicato, quello che da sempre ci fa il lavaggio del cervello al punto tale da indurci a fare il suo sporco lavoro: tramandare, se non addirittura imporre, la sua cultura.

Meloni ha dichiarato di volersi far chiamare "il presidente". Chissà se condividiamo gli stessi complessi infantili.

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